La ristorazione è uno dei comparti produttivi più importanti per il nostro paese, ma è anche uno dei più colpiti dalla pandemia insieme a quello turistico. con il Manifesto Orizzontale dell’Ospitalità e della Tavola, FIPE e FIC illustrano le modalità di ripresa per il settore dopo il lockdown. linee guida, suggerimenti e indicazioni alla ristorazione italiana che punta ad esaltare il prodotto italiano e alla tradizione. Anche se non si fa cenno all’alimentazione vegetale come una delle possibili chiavi per la ripartenza della ristorazione, Osservatorioveganok punta i riflettori proprio su questo aspetto L’alimentazione vegetale, infatti, rientra a pieno titolo in tutti i valori citati nel documento, moltissimi piatti della nostra tradizione culinaria sono a base vegetale e l’impiego di prodotti della filiera produttiva italiana, una delle migliori al mondo, non potrebbe dunque che portare beneficio alla nostra economia, all’ambiente e ovviamente alla salute e benessere.
La puntata di “Indovina chi viene a cena” andata in onda domenica 19 aprile su Rai 3 punta i riflettori su un problema ambientale senza precedenti: ogni anno si producono 400 milioni di tonnellate di plastica, delle quali 8 milioni vengono disperse negli oceani. A farne le spese sono gli animali marini, ma anche l’uomo: chi mangia pesce mangia anche plastica, la plastica è nell’acqua che beviamo e nell’aria che respiriamo, tanto che ogni anno una persona ingerisce oltre 100 mila microplastiche, ovvero l’equivalente di una carta di credito a settimana. Indubbiamente possiamo fare la nostra parte, magari facendo i conti in famiglia, forse un depuratore ci costerebbe meno rispetto alle scomode e pesanti casse di bottiglie di acqua minerale in plastica, scegliere di acquistare materiali biodegradabili anche se un po’ meno convenienti di quelli in plastica, insomma cercare il più possibile di aiutare noi gli animali e il nostro pianeta.
Consumare pesce oggi rispetto a 40anni fa, può essere più pericoloso per la salute: a rivelarlo è uno studio recente pubblicato sul settimanale di divulgazione scientifica New Scientist, secondo il quale i pesci oggi sono infettati 283 volte in più di parassiti rispetto agli anni ’80. La ricerca è stata condotta presso l’Università di Washington, a Seattle, da un gruppo di studiosi che hanno analizzato la presenza del parassita Anisakis in 56778 pesci appartenenti a 215 specie diverse, negli anni tra il 1978 e il 2015. I risultati parlano chiaro: in circa 40 anni, la presenza di questa tipologia di parassiti è aumentata di 283 volte. Il consumo di pesce da parte dell’uomo è potenzialmente la causa di una molteplicità di patologie in grado di essere trasmesse dagli animali alla specie umana. La tipologia di patogeni che possono essere trasmessi dagli animali all’uomo include batteri, parassiti e virus.
Ogni anno nel mondo si producono oltre 20 miliardi di paia di scarpe, con un impatto ambientale assolutamente non trascurabile le calzature sono prodotti complessi che richiedono l’impiego di molti materiali e processi di produzione diversi, la realizzazione di un classico paio di scarpe da ginnastica immette nell’atmosfera circa 136 kg di anidride carbonica, mentre altre tipologie di calzature, in media, immettono nell’ambiente 30 kg di anidride carbonica. Numerose aziende hanno scelto di affiancare alla produzione “tradizionale” quella di calzature eco-sostenibili, con un riassetto della produzione in ottica “green”; altre puntano totalmente sul mercato delle scarpe vegan sostenibili, in costante espansione.