Dopo aver parlato dell’importanza di evitare la carne a causa del suo contenuto di alcaloidi cadaverici, in questo secondo episodio della rubrica “Perché la carne fa male”, il Dott. Michele Riefoli – Biologo Nutrizionista, membro del comitato scientifico di AssoVegan – ci parla del consumo di carne in relazione al catabolismo proteico. Parliamo di un processo che si attiva nel nostro organismo a causa di un eccesso di proteine, generando delle sostanze come ammoniaca, urea, acido urico e acido ippurico, che vanno a gravare sul lavoro di fegato e reni. Il tutto, ovviamente, a scapito della salute dell’organismo, dal momento che il fegato e i reni ne sono i principali organi di organi di depurazione. A questo si aggiunge che la carne contiene alcaloidi cadaverici – come cadaverina, putrescina, indolo e scatolo – che sono molecole prodotte dal catabolismo della putrefazione, che è un processo che ha inizio subito, fin dal momento in cui l’animale viene ucciso. La cosa importante da sapere è che, a seguito della morte cellulare, il nostro organismo produce già questo tipo di molecole, ma è in grado di mantenere un equilibrio tra costruzione e morte cellulare. Il consumo di carne, però, va a sbilanciare questo equilibrio, così che le “molecole della morte” siano in netta superiorità rispetto alle “molecole della vita”, a tutto svantaggio dell’organismo.