Un milione e mezzo di italiani scelgono il vegan per la salute e il benessere degli animali. Questo è ciò che emerge dal “Rapporto Coop 2021 nel primo semestre le vendite dei prodotti vegani nei supermercati hanno raggiunto un valore di 312 milioni di euro, contro i 272 milioni del 2020 e i 248 milioni del 2019. Una crescita inarrestabile, che vede anche un cambiamento nella preferenza dei consumi: rispetto ai prodotti vegan “tradizionali” consumati nel 2019 – come il latte di soia o il latte di riso – oggi attirano l’attenzione i prodotti “di nuova generazione”. Gli italiani amano i piatti pronti vegetali come burger e crocchette (+44%), besciamelle a base vegetale (+37%) e salse e condimenti “veg” (+34%).
Entro 15 anni diremo addio alla carne, sostituita da alternative vegetali più etiche e sostenibili. Ne è convinto Patrick Brown, fondatore di Impossible Foods, e lo ha sostenuto chiaramente in un’intervista rilasciata in esclusiva al Washington Post. L’imprenditore crede che la sua azienda sarà in grado di sostituire la carne e i derivati animali con alimenti vegetali tecnologicamente all’avanguardia. Oggi Impossible Foods è sul mercato internazionale con una gamma di prodotti sempre più ampia che, almeno oltreoceano, attirano un numero di consumatori in continua crescita.
Il concorrente di impossible foods ovvero Beyond meat perchè è notizia di questi giorni l’arrivo in Europa del McPlant il nuovo panino vegano di McDonald’s realizzato proprio con il burger Beyond. A Fine mese il colosso del fast food debutterà in Inghilterra e in Irlanda, per poi arrivare al lancio di varie opzioni vegan a livello mondiale nel 2022. Il panino in questione a base di carne vegetale diventerà probabilmente un’opzione fissa, a livello internazionale. McDonald’s ha confermato che l’hamburger vegano sarà cotto su una griglia separata, e che verranno utilizzati utensili dedicati tutte le salse e i formaggi saranno 100%vegetali.
Stop al commercio delle pinne di squalo sul territorio britannico: il Paese si schiera contro una pratica crudele che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di questi animali e degli oceani stessi. Parliamo di una pratica estremamente crudele, che consiste nel rimuovere le pinne di uno squalo vivo, per poi rigettarne il corpo in acqua. Quando lo stop definitivo entrerà in vigore, il Regno Unito diventerà pioniere nella lotta allo shark finning, vietando non solo il commercio delle pinne in sé, ma anche quello di prodotti che le contengono, tra cui zuppe e altre preparazioni alimentari, ma anche (discutibili) rimedi utilizzati da sempre nella medicina orientale.