Il “Veganismo etico” è un credo filosofico: così si è pronunciato il tribunale del lavoro di Norwich, nel Regno Unito. Una sentenza storica frutto di un’istanza proposta da Jordi Casamitjana che nel dicembre 2018, fu licenziato proprio per la sua scelta vegan, lo stesso tribunale che si pronuncerà in un secondo momento sulla liceità del licenziamento, ha stabilito che i vegani etici, presso i luoghi di lavoro, hanno diritto a una protezione simile a quella prevista per il credo religioso e che rientra nell’ambito dei diritti garantiti dall’Equality Act, una legge del 2010 sull’eguaglianza di trattamento che vieta le discriminazioni per motivi di credo, di sesso, di razza e di orientamento sessuale.
Nel 2020 la parola d’ordine sarà “sostenibilità”: un tema molto sentito in Europa e anche nel nostro paese. Secondo i dati raccolti, gli italiani si preoccupano molto della sostenibilità: ben il 41% dei consumatori infatti, sceglie una dieta più ricca di alimenti di origine vegetale per limitare l’impatto della propria alimentazione sull’ambiente. Il consumatore è sempre più informato, fa acquisti consapevoli – specie riguardo alla provenienza degli alimenti – e spesso sceglie catene della distribuzione che adottano iniziative per ridurre gli sprechi e il proprio impatto sull’ambiente. Nel campo della ristorazione la soluzione più immediata allo spreco alimentare risulta per l’86% degli italiani la doggy bag, ovvero il servizio – ancora poco usato ma immancabile – che consente di portare a casa il cibo non consumato al ristorante.
Restiamo in tema di sostenibilità perché sono molte le aziende che lanciano referenze innovative e all’avanguardia Non si contano le aziende che abbiano deciso di puntare su referenze cruelty-free per seguire le richieste di mercato: ultima in ordine di tempo è il colosso dell’abbigliamento sportivo Reebok, che di recente ha annunciato la creazione di una nuova linea di scarpe plant based da running. Le sneakers, che saranno disponibili per l’acquisto a partire dal prossimo autunno, sono realizzate unendo semi di ricino, alghe, gomma naturale ed eucalipto sostituita la plastica di derivazione petrolchimica con le piante
Le caramelle gommose sono tra i dolci più popolari e acquistati. Attenzione però alla lista degli ingredienti perché la maggior parte di esse sono a base di E441 ovvero gelatina alimentare un materiale gelificato, ridotto cioè allo stato di gel ottenuta dai prodotti di scarto di animali macellati e trova largo impiego nell’industria alimentare sopratutto per addensare e aumentare la consistenza o la viscosità di creme, budini All’interno, quantitativi spropositati di zucchero raffinato, molti conservanti, coloranti, addensanti, acidificanti come acido citrico , aromi chimici estratti mediante solventi. Esistono anche gommose a base di sola frutta e verdura, per essere sicuri di ciò che si stiamo acquistando, meglio utilizzare la app gratuite come biodizionario che potranno guidarci verso il miglior acquisto.