Le immagini della strage di visoni negli allevamenti danesi fanno il giro del mondo e straziano il cuore. 17 milioni di animali innocenti morti per paura della trasmissione del virus Il ministro danese della Sanità ha affermato che metà dei 783 casi di coronavirus riscontrati nel nord della Danimarca “sono correlati” al visone. Per questo motivo, è stato deciso di uccidere tutti i visoni allevati nel paese. Una strage. Migliaia di animali che vivono una vita di stenti in pochissimo spazio: condizioni ottimali per l’evoluzione del virus. Scienziati a livello internazionale da mesi esprimono il pericolo di una crescente diffusione del virus tra i visoni; ad Ottobre in Europa si contavano 67 allevamenti focolaio in Olanda, 149 in Danimarca gli esperti concordano nell’affermare che il virus, in queste strutture, tende a mutare ed evolversi rapidamente e sono documentati centinaia di casi di persone che hanno contratto la malattia Covid-19 proprio dai visoni. Attualmente sono 13 gli allevamenti di visoni per ricavarne pelliccia sul territorio italiano tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Abruzzo Gli allevamenti di visoni vanno chiusi subito, mettendo la definitiva parola fine all’allevamento di animali, peraltro selvatici, al solo scopo di ricavarne pellicce. – ha dichiarato Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free – Il Parlamento, anche per la tutela della Salute Pubblica, approvi gli emendamenti al Disegno di legge “Rilancio” proposti dalla LAV che, tra le misure di prevenzione della diffusione di zoonosi, prevedono proprio il divieto di allevamento di animali selvatici“.
La Commissione Europea ha sostenuto l’iniziativa “diventa carnitariano” la campagna di promozione della carne bovina proposta da due organizzazioni europee una spagnola che si occupa di carne di manzo e una belga. L’obiettivo, si legge nella pagina ufficiale, è accendere l’interesse dei consumatori sulla carne bovina europea attraverso misure di informazione in 5 paesi target: Francia, Germania, Belgio, Portogallo e Spagna. Questa campagna di promozione della carne rossa, fa leva su due concetti in particolare: consumo consapevole e salubrità della carne nell’ambito di un’alimentazione equilibrata. Il progetto però entra in contrasto con le più autorevoli fonti ufficiali sulla questione del consumo di derivati animali: nel 2015 l’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) identificato le carni lavorate come come cancerogene e le carni rosse come probabilmente cancerogene, gruppo 2A della classificazione.
Mentre l’Europa ha scelto di finanziare appunto la campagna di promozione della carne rossa, 21 organizzazioni sanitarie del regno unito chiedono la Tassa sulla carne per arginare il cambiamento climatico Quello che emerge dal documento riguarda soprattutto l’impossibilità di agire sul cambiamento climatico senza modificare il nostro sistema alimentare: si punta ancora una volta i riflettori sul consumo di carne e sul suo impatto sull’ambiente. A dire la verità, già da tempo si parla della possibilità di tassare la carne in Europa, sulla falsa riga della tassa sullo zucchero e di quella sulla plastica anche e soprattutto per motivazioni legate alla salute. A Novembre 2018, uno studio dell’Università di Oxford si era focalizzato sul tema dell’efficacia di una “tassa sulla carne” ipotizzando che tassare la carne rossa e processata avrebbe potuto salvare 220.000 vite entro il 2020. lo studio ha dimostrato che, le malattie legate alla carne costano da un punto di vista sanitario 285 miliardi di dollari, e che una tassa del 20% sulle carni rosse non trasformate e una tassa del 110% sui prodotti trasformati più dannosi in tutti i paesi ad alto reddito, oltre a tagliare i decessi annuali di 220.000 unità permetterebbe di risparmiare 170 miliardi di dollari.
Parliamo di packaging prodotti vegetali perché, forse non tutti lo sanno, ma oggi giorno è molto facile trovare derivati animali anche nelle confezioni di prodotti i cui ingredienti siano 100% vegetali. Lo studio sul packaging sostenibile e vegan friendly è uno dei grandi trend di questi ultimi anni: la ricerca è un must per tutte le aziende che vogliono distinguersi e offrire prodotti in linea con le esigenze etiche di una clientela sempre più consapevole e attenta a ciò che mette nel carrello. Questo è di fatto uno dei motivi per cui molte realtà produttive scelgono di uniformare i propri prodotti allo standard VEGANOK il cui disciplinare fissa delle regole rigide nel pieno rispetto di tutto ciò che rappresentano i valori della scelta etica vegan.